L'accoglienza mi piace. L'affaire accoglienza mi piace meno, molto meno. Dietro l'immigrazione si nascondono affari di milioni di euro. Affari per tutti. Per lo Stato, per le associazioni che la gestiscono e per le organizzaziini criminali. Su "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 31/08/2014 ho cominciato a raccontare di qualcuna delle anomalie riscontrate a Taranto nella gestione dell'accoglienza, appunto. Un business che non può e non deve essere sottaciuto perché a rimetterci sono i cittadini, i volontari e i profughi, quelli naturalmente che arrivano in Italia perché in fuga da situazioni disastrose dei loro Paesi.
Il mio diario di bordo, questa settimana, è rappresentato proprio da questo pezzo perché ci ho lavorato per giorni e le notizie apprese mi hanno disgustato, creando un moto di ribellione. Da qui la decisione di denunciare situazioni e retroscena di cui non tutti sono a conoscenza.
"L'accoglienza dei profughi, purtroppo, non è solo solidarietà. L’accoglienza di chi scappa dalla guerra e dalla fame in cerca di un mondo migliore cela anche interessi molto forti. Interessi che sono di tutti. Sono dello Stato e delle associazioni che la gestiscono, oltre che delle organizzazioni criminali che lucrano sugli immigrati. Taranto, superata l’onda emotiva dei primi sbarchi e delle prime operazioni di accoglienza, non si presenta cosi solidale come all’inizio salvo la presenza costante di volontari - che ormai si contano sulla punta delle dita - impegnati nei vari, quanto improvvisati, centri di prima accoglienza del territorio.