Sarah, una storia d'amore


Sarah una storia di coraggio, intraprendenza, forza e amore. Quell'amore, forse, che da troppo tempo manca a ciascuno di noi. La storia di Sara insegna..ascoltatela..oggi vi presento Sarah.





















Sarah, una storia d'amore


Sarah una storia di coraggio, intraprendenza, forza e amore. Quell'amore, forse, che da troppo tempo manca a ciascuno di noi. La storia di Sara insegna..ascoltatela..oggi vi presento Sarah.





















Forza Valeria


Valeria ... eccola ... ho scritto della sua storia qualche giorno fa ... oggi ve la faccio conoscere...


 Codice Iban per sostenere Valeria IT69O0335967684510700172546 






















#noparole #noretorica


























Le notizie sono di quelle che ti fanno gelare, manca il fiato e il cuore si logora, i pensieri sono tra i peggiori, le parole sempre le stesse..sembrano solo retorica ormai..ma non possono e non devono essere retorica..perché un'altra donna è stata uccisa dal marito (poi suicidatosi) e insieme a lei anche il figlio..c'è una - anche una sola - speranza di cambiamento per tutti noi?!?!























Forza Valeria





Lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, mani curate con unghie smaltate, sorriso sempre stampato sulla faccia, gentile. Questa è Valeria. L’ho conosciuta nel bar in cui lavorava a Bari e per una ragione che non so dire mi è piaciuta da subito.

Sarà stato quel sorriso genuino e spontaneo o forse quella gentilezza sempre vera e sincera. Non so. Fatto sta che Valeria mi è entrata nel cuore talmente tanto che, quando quel giorno ho ricevuto la telefonata in cui apprendevo che aveva fatto un incidente stradale, ci sono rimasta male. Tanto male al punto che ho pianto e al punto che, qualche giorno dopo andando a San Giovanni Rotondo per lavoro, acquistai una medaglietta con l’immagine di Padre Pio. Pensavo a lei mentre la sceglievo. Valeria ha 22 anni, ne compirà 23 a ottobre, ma oggi sembra – per molti aspetti – che sia una bambina. Quell’incidente l’ha segnata, ma è incredibile non ha cambiato quel sorriso. “Valeria come stai?” e la sua risposta è sempre la stessa. “Sto bene”.


E’ bellissima con quel suo sorriso e quegli occhi tristi capaci comunque di trasmettere emozioni. Bellissima perché non vuole arrendersi nonostante non cammini bene, nonostante debba dipendere dalle persone a lei care per la sua vita quotidiana. Era sola in auto quando quella mattina nel febbraio 2015 finì fuori strada. Cinque mesi di coma dal quale si è risvegliata a maggio e poi sei mesi in una struttura a Lecce. I medici non riescono a dare una spiegazione scientifica.

Valeria era destinata a vivere da vegetale, ma evidentemente qualcuno da lassù ha altri disegni per lei. Risvegliandosi dal coma, Valeria ha visto la Madonna. La Madonna di Medugorje alla quale proprio i suoi cari si sono sempre rivolti in quei mesi di grande sofferenza. Valeria ha subìto una lesione al cranio ed è su quella che bisogna lavorare affinchè recuperi. E può farcela. Deve. Non c’è molto tempo. Quel recupero può avvenire in un anno e mezzo in una struttura che si trova in Svizzera.

Per questo Valeria ha bisogno di tutti noi. In tanti stanno la stanno già sostenendo. Basta anche solo un euro ciascuno perché l’unione fa la forza.
Pierpaolo, il fidanzato che mai l’ha lasciata sola e mai l’ha abbandonata, ha fondato un’associazione di promozione sociale ForzaValeria con relativa pagina Facebook. Serve un sostegno economico che rappresenterà il ritorno alla vita normale di Valeria. Chi mi conosce sa che chiedo raramente, ma quando lo faccio è perché ci credo veramente e perché adoro Valeria, quella sua pienezza nel vivere la vita, quel suo grande e sincero sorriso.








E l’associazione creata per lei verrà mai chiusa perché quando Valeria starà meglio potrà dedicarsi e condurre battaglie per altre giovani donne che – come lei – avranno bisogno.
Vorrei che Valeria tornasse a danzare nei balli latino-americani che tanto le piacciono ed erano tutto per lei prima dell’incidente.

Ha un’ancora tatuata sul braccio Valeria e mi piace pensare che quell’ancora possa essere il suo legame forte alla vita. Forza Valeria.

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Sara, un Simbolo per la rinascita di tutti noi



La solidarietà e l’accoglienza. A Taranto c’è chi fà volontariato allo stato puro, c’è chi del volontariato ne ha fatto la sua ragione di vita.

Ylenia ha donato il suo cuore a questa causa e, nonostante il suo sogno di fare l’ostetrica sia sfumato, lei dei bambini si occupa sempre e comunque. Sono i bambini venuti da altre terre le cui vite sono già un dramma ancora prima di nascere. C’è una meravigliosa coppia nigeriana che ha concepito e fatto nascere a Taranto la sua Sara Eghosa. In questo pezzo scritto per il giornale racconta la loro storia perché possa essere di stimolo a tutti; perché qualche volta i nostri cuori, ormai troppo chiusi, possano aprirsi all’amore verso gli altri cancellando troppi luoghi comuni e cattiverie.

Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 29/05/2016
 
Sara Eghosa è uno scricciolo di appena tre settimane di vita e con una montagna di capelli neri. Lei è nata a Taranto da genitori nigeriani il cui folle amore ha resistito ad anni di lontananza e di problemi. Mamma Sarah e papà Benjamin sono approdati dalla Nigeria in Italia a bordo dei barconi della speranza. Lui è a Taranto da cinque anni mentre la moglie è arrivata un anno fa. Non parlano volentieri del loro passato, ma Sarah – ricordando quindici ore di traversata dalla Libia alla Puglia – piange e si chiude nel mutismo. La loro storia non è evidentemente delle migliori. E poi non si può dimenticare – assolutamente no – il loro Paese di origine perché là sono stati costretti a lasciare insieme a una nonna il primogenito, Prince, di quattro anni. La piccola è la loro fonte di gioia, ma la felicità sarà totale quando la famiglia sarà tutta riunita. Mamma Sarah ha una grande forza e per questo motivo ha voluto dare lo stesso nome alla sua bambina, Sara (senza la h). Il suo desiderio è che abbia la sua energia, quella che le ha permesso di affrontare i peggiori ostacoli per giungere in Italia e tentare di vivere una vita diversa. Eghosa perchè è tempio di Dio.

Il 22 maggio scorso Sara, i cui genitori sono cattolici, è stata battezzata nella Concattedrale Gran Madre di Dio. La sua madrina è stata Ylenia Motola, 22 anni e il sogno di fare l’ostetrica, che del volontariato - quello vero e autentico, quello lontano da ogni interesse e business – ne ha fatto la sua missione di vita. Da quando ha conosciuto mamma Sarah si è dedicata a lei e a quella bambina che doveva nascere.


































E il giorno del parto era là, in ospedale. Non li ha mai lasciati soli mamma e papà. “Tu sei stata mandata da Dio”, le hanno ripetuto più volte loro con le lacrime agli occhi. Ylenia e gli amici dell’associazione della famiglia di Ohana - da lei fondata – hanno regalato a Sara l’abitino per il giorno del battesimo e la torta.


Una festa per lei e per i suoi genitori che vivono in un alloggio di fortuna. Non è una casa quella in cui mamma, papà e Sara vivono. Benjamin vorrebbe offrire una vita dignitosa alla sua famiglia e sta cercando lavoro. Una occupazione qualunque purchè lavori e guadagni il denaro necessario a sopravvivere e a non far mancare nulla alla moglie e ai figli, con l’auspicio che anche Prince presto possa raggiungerli in Italia.

Sara è una figlia della speranza. Quella speranza che accoglienza e solidarietà non siano solo parole, che l’integrazione possa esistere per davvero, che le polemiche lascino il passo alla ragione, che gli interessi economici e politici vengano scavalcati da un po’ di umanità.



Ylenia e Sara siano in qualche modo un simbolo per Taranto. Simbolo di rinascita per tutti.