Lorenzo..
la spinta per non ricadere nella normalità

La vita che se ne va di un bambino lascia sempre interdetti, amareggiati e arrabbiati. La vita che se ne va di un bambino ti lascia senza spiegazioni, come se la morte comunque e chiunque colga abbia una sua spiegazione. Per un bambino, però, davvero non sai darti pace. Lorenzo aveva cinque anni e per cinque anni ha combattuto contro quel maledettissimo male incurabile che gli avevano diagnosticato a soli tre mesi. Quel male che - faccio anche fatica a scriverlo e pronunciarlo - non guarda in faccia e ti logora fuori e dentro. Logora chi ce l'ha e chi ti sta intorno. Un genitore come fa a sopravvivere a un figlio che soffre e che muore??? Lollo era diventato il simbolo della lotta contro il cancro che a Taranto uccide più che da altre parti.. non c'è uno scientifico nesso di casualità,  è vero, ma a Taranto si muore di cancro più che altrove. I dati di Sentieri parlano chiaro. I medici di Lollo avevano consigliato ai genitori di andar via da Taranto e questo vuol dure tante cose.. 

lo stesso avevano fatto con Alessandro Rebuzzi, morto a 16 anni. E come loro ce ne sono tanti altri, purtroppo. La scomparsa di Lorenzo ( come quella di Alessandro due anni fa) fa riflettere, ancora una volta fa riflettere, ma non basta. 
Non basta lasciarsi prendere dall'onda emotiva. Non basta perché passata quella per tanti si torna alla normalità e a Taranto non si può più tornare alla normalità,  come se niente fosse, come se bastassero le lotte di altri, di pochi altri, per farci stare in pace con la coscienza. Ciascuno di noi è responsabile dello scempio di Taranto e non è solo una questione di inquinamento o di responsabilità industriali. 

Ciascuno di noi deve mettersi una mano sulla coscienza perché non ha saputo difendere Taranto, sé stesso e i suoi figli. Tutti indistintamente. Chi non ha saputo o voluto parlare al momento opportuno, chi ha preferito girarsi dall'altra parte; chi ha preferito che altri facessero lotte che sono di tutti; chi ha "mangiato" con i potenti della politica e dell'industria; chi - per inerzia o superficialità - ha sottovalutato il problema; chi all'arma del referendum ha preferito la rassegnazione e la pigrizia; chi pensa che le responsabilità siano solo della politica e degli spietati imprenditori/affaristi. C'è chi ha fatto battaglie e anche tante e tanto dure, ma si e arreso dinanzi a interessi che sono troppo forti. 


 Si perché gli interessi e i poteri sono troppo forti. 


E lo si sa. Allora che fare??? Già che fare.. chi è trasparente, limpido, onesto, si sente come un topo in trappola perché non sa come liberarsi. C'è quel maledetto senso di impotenza che ti assale e ti fa stare cosi male da portarti alla resa.. eppure se c'è anche un solo piccolissimo e lontano barlume di speranza che qualcosa si possa fare, che qualcosa possa cambiare.. io non voglio neppure pensare ad arrendermi altrimenti dovrei anche cominciare a pensare che la vita ha un senso solo se la vivi senza obiettivi. E questo non è possibile. NO.





















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