Cara Alessandra...aiutaci a inseguire i nostri sogni.

"Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia a lavorarci. E allora può diventare qualcosa di infinitamente più grande”. (Adriano Olivetti)








Cara Alessandra, ciao, Come stai?
"Libera e liberata". Così mi piace immaginare che tu stia ora a qualche giorno di distanza da quando hai deciso che questa vita non era per te. Si libera e liberata di quella vita che forse pensavi non ti avesse regalato nulla di di bello, nulla per cui valesse la pena viverla questa vita. Un sogno. Già ce l'avevi tu un sogno? Si sicuramente si. Ne avevi tanti. Così come avevi delle ambizioni, delle prospettive. Nessuno può e deve giudicare ciò che hai fatto, nè tantomeno chiedersi il perchè. Quello solo tu lo sai. Non ti conoscevo. Oggi, però, mi piace scriverti perchè, da quando hai deciso di allontanarti da questo mondo che ti ha dato solo delusioni e amarezze, mi domando quanto sia stato lacerante il dolore di una giovane donna di 26 anni che ha avuto quel coraggio. Si coraggio, perchè anche in questo ci vuole, del coraggio, a dispetto di quegli ipocriti e falsi perbenisti e/o benpensanti che si riempiano la bocca di tante "belle" parole. "E non si fa. Quello è un modo per fuggire e sfuggire facilmente ai problemi; vuol dire non amare la vita", e ancora tanti bla bla bla. Alessandra ti scrivo perchè tu sei tanti di noi. Sei tante altre Alessandra che soffrono e piangono per quei dolori laceranti fatti di cattiverie, di pregiudizi, di tanti se e ma. Quella lacerazioni e quelle ferite che diventano mortali. E forse ormai quelle tue ferite erano troppo profonde per rimarginarsi. Non ce l'hai fatta più. E puff. Un solo istante ed è fatta. Monsignor Santoro, dopo il tuo gesto, ha lanciato il suo messaggio:"Bisogna dialogare". L'altro giorno in chiesa, nella sua omelia, il sacerdote diceva:"Bisogna comunicare e non per sms o per mail, ma guardandosi negli occhi". E' stato allora che ti ho pensato, chissà perchè poi, neppure ti conoscevo. Già dialogare. Da quant' è che non dialoghiamo, che non ci confrontiamo, che non ci apriamo???.

Cara Alessandra, probabilmente, adesso tu avrai le idee più chiare. Così mi piace pure immaginare. Ecco allora aiutami a capire, aiutaci a capire dov'è che sbagliamo, perchè ci siamo fatti prendere così tanto dalla smania di noi stessi, tanto da non guardare in faccia l'altro e capire che sta soffrendo, aiutaci a capire quanto è importante ascoltare, aiutaci a capire che non è più il tempo di nasconderci dietro l'apparenza e dietro l'inganno. Facebook, twitter, instagram. Ci affanniamo a guardare quanti contatti e quanti followers abbiamo. Ci si conosce tutti. Eppure non ci si capisce. Siamo in contatto col mondo, ma siamo soli chiusi in camera. E poi? E poi il vuoto intorno a noi e soprattutto dentro di noi. E tu? Tu hai provato a farti capire e comprendere? Si, forse ci hai provato, ma la solitudine interiore doveva essere proprio tanta vero? Cosa dire a tutte queste ragazzine e ragazzini che stanno crescendo in un mondo che li vuole sempre più belli e sempre più bravi senza curarsi realmente di ciò che sentono o provano, che si voltano dall'altra parte non curanti del resto del mondo. Io ho quarant'anni, Alessandra, e a 26 - alla tua età - mi sembrava di avere il mondo in mano. Oggi non lo so più. Per tanti motivi. Eppure voglio combattere, lottare, arrendermi mai perchè questa è la vita e la voglio vivere fino in fondo. Per questo Alessandra ti scrivo. Ti capisco, ti capisco più di quanto tu possa immaginare perchè ci sono dolori e disagi tanto laceranti da farti impazzire. Hai visto? Olivetti, imprenditore d'altri tempi, credeva nella forza dei sogni. Alena, una donna accoltellata e bruciata per mano del suo ex, pure continua a crederci. E allora è da persone come voi che voglio ripartire. Da persone come te, Alessandra, che non hai avuto una vita facile e hai preferito andartene e da Alena che vuole continuare a inseguire i suoi sogni. Tutti abbiamo bisogno di ripartire guardando prima dentro noi stessi senza bugie e senza inganni e poi lavorando per i nostri sogni.

Alessandra che il tuo sacrificio non sia stato vano. Il tuo come quello di tanti ragazzi come te.



                                                                                             Firmato...~ una sognatrice ~











Alena:"Donne abbiate fiducia in voi stesse"

                                                 

Forte e fiera. La luce dei suoi grandi occhi chiari parla da sola della personalità di Alena, la badante bielorussa di 42 anni, accoltellata e data alle fiamme dal suo ex, a Taranto. Alena sorride quando vede due sue amiche connazionali che sono andate a trovarla nel reparto grandi ustioni dell'ospedale Perrino di Brindisi, dove è ricoverata dal 20 febbraio scorso, da quando ha rischiato seriamente di morire.
“Sono felice di essere viva”, racconta emozionata alla Gazzetta del Mezzogiorno, chiacchierando attraverso il citofono con la cronista dalla quale la separa una grande vetrata, essendo vietato l'accesso nella stanza. Alena, ammettendo che è difficile parlare di quei momenti, ricorda perfettamente e racconta con la voce rotta dal pianto il dramma vissuto quando il suo ex compagno, quella maledetta mattina del 20 febbraio scorso, fece irruzione in casa dell'anziana donna nella quale prestava servizio, in via Diego Peluso, aggredendola.
“Aspettavo la mia amica Marina per un caffè – dice in perfetto italiano – e, quando sentii il campanello della porta, aprii non immaginando che fosse lui, Cosimo. Tirò fuori dal giubbotto un coltello e infierì su di me. Poi mi versò addosso due litri di benzina contenuti in una bottiglia e appiccò il fuoco con un accendino”. Cosimo Ottaiano, 51 anni, incensurato, è finito in carcere per tentato omicidio premeditato e stalking. Alena spiega che ebbe la forza, nonostante le ferite e le fiamme, di togliersi il maglione e di correre sul balcone per chiedere aiuto. E' stato allora che è arrivata la sua amica Marina la quale ha tentato di salvarla, scagliandosi contro l'aggressore. Il suo gesto altruista le è costato una coltellata al braccio. Per lei fortunatamente una ferita di lieve entità.
E alla domanda “Cosa ti ha dato questa forza?”, Alena risponde:”La voglia di restare viva”.
Neppure lei sa spiegare cosa le piacque di quell'uomo incontrato casualmente. “La dolcezza, forse”, sussurra. Lei – lontana dalla sua terra e dai suoi due figli di 27 e 22 anni – aveva bisogno di attenzioni. Tuttavia si era subito resa conto che le loro culture erano troppo distanti e che quella relazione andava troncata. L'uomo non si era rassegnato. C'era stata, nei giorni precedenti qualche avvisaglia, ma Alena – così come ammette – non ci aveva dato peso e mai avrebbe immaginato che lui sarebbe arrivato a tanto.

Questa donna – nonostante non voglia ancora guardarsi allo specchio perchè il suo volto, come gran parte del corpo, è deturpato – non ha perso la sua positività.

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Intervistavo Alena qualche settimana fa. Sono andata a trovarla in ospedale a Brindisi e vi dico la verità. Non "speravo" tanto in questa chiacchierata perchè pensavo di trovare una donna dimessa, "malandata", reticente, "brutta"  e invece no. No. Ho trovato una donna completamente diversa da come me l'ero immaginata.

E' in quel letto d'ospedale e nessuno può avvicinarla se non il personale medico. Il suo avvocato e le sue amiche possono parlarle solo attraverso un citofono. Da lei li separa una grande vetrata.
Alena ha forza e coraggio da vendere. Ha dei grandi occhi azzurri, pieni di vita, vispi. Trasmette una grande positività ed energia. E' bella e solare. Mi ha commosso Alena perchè la sua vita non è stata e non è facile. E' andata via dal suo Paese perchè non c'era lavoro. In Italia fa la badante per qualche centinaio di euro al mese. Gran parte del suo stipendio è destinato ai suoi figli e alla sua mamma che sono lontani da lei. In Italia ha incontrato anche l'amore..si può chiamare amore??? No sicuramente no. Aveva incontrato quell'uomo che le aveva donato dolcezza e attenzioni e lei aveva ceduto. Poi qualche atteggiamento che non tanto le era piaciuto e ha deciso di troncare quella relazione cominciata, forse, solo per solitudine, per riempire dei vuoti, per sentirsi meno sola in un paese straniero che agli stranieri non offre tanto. "Le stai simpatica", mi dice la sua amica. Le sto simpatica - si è evidente - perchè mi sorride sempre, con quel sorriso sincero che poche volte sono abituata a vedere sulle labbra di chi incontro ogni giorno. E poi parla, parla, parla. Mi racconta la sua vita, della sua mamma che non vuole che parli tanto perchè si stanca, dei suoi figli che non vede da troppo tempo, del suo lavoro come badante e di quei drammatici momenti in cui "ho pensato di morire". Neppure le coltellate e le fiamme l'hanno messa ko. Ce l'ha messa tutta per salvarsi. Ha lottato, ha urlato, ha chiamato aiuto e ce l'ha fatta. Alena ha il viso e il corpo sfigurati dalle fiamme. Quando sono andata a trovarla non si era ancora guardata allo specchio. Quello no, non vuole farlo. Eppure, ha detto, sarebbe arrivata anche a quel passo prima o poi. E forse, nel frattempo, lo ha già fatto. Come si può sentire una donna che guardandosi allo specchio, vede un volto diverso. Un volto lacerato e i capelli alla soldato Jane che un tempo erano tanti e lunghi? Tante donne dovrebbero prendere esempio da lei. La sua fierezza, il suo orgoglio, la sua luce. E' pacata, serena, non traspaiono cattiveria, amarezza, delusione, rabbia, ed è tanto dolce. Una dolcezza che neppure il rischio di morire e i dolori riservatigli dalla vita le hanno tolto. L'uomo che voleva ucciderla le è indifferente. Lei vuole solo tornare alla normalità, vuole uscire dall'ospedale, vuole curarsi e resterà in Italia. Alena, da quel letto d'ospedale, lancia il suo messaggio: "Donne abbiate più fiducia in voi stesse". Alena è bellissima, di quella bellezza che non passerà mai, che nessuna ferita e bruciatura sul viso cancelleranno perchè la sua bellezza viene da dentro.

~  Alena può essere ciascuna di noi. E io oggi la ringrazio per quel che mi ha trasmesso. ~















IO E...IO
(Il Mio Difficile Rapporto con Me stessa)


"Vediamo che succede...se stai leggendo questo post significa che noi abbiamo un vissuto comune o ci siamo incontrati una volta nella vita! Commenta il post con il primo ricordo di me che ti viene in mente, ci sarà pur sempre un motivo se sei nella lista dei miei amici!".

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Allora questo è un post che ho condiviso su fb due mesi fa. Così,  giusto per capire in quanti rispondevano e come. Bene, ho avuto 104 commenti pubblici e tantissimi altri privati. Mi hanno colpito molto, non lo nego. Li ho letti uno a uno e più di una volta e non per egocentrismo, ma per conoscere meglio chi mi scrive e per conoscere meglio me stessa, cioe' comprendermi meglio. Già,  comprendermi. Mica semplice eh..Rileggendo tante volte quei commenti ho avuto il coraggio di scrivere finalmente sul mio blog. Sì il mio blog. Non è completo né perfetto,  ma ci sto lavorando. Ci ho messo un bel po'  prima di cominciare a scrivere. Ora eccomi qui. Ci ho messo un po', forse, per quella mia maledetta paura di "scoprirmi". Eppure lo devo fare, è arrivato il momento perché ne ho bisogno e perché probabilmente mi servirà per guardare in faccia tante mie paure e anche per altro. Devo ringraziare quattro persone per questo blog, ma questo è un altro capitolo..e lo scriverò molto presto.

Promesso...