Alena:"Donne abbiate fiducia in voi stesse"

                                                 

Forte e fiera. La luce dei suoi grandi occhi chiari parla da sola della personalità di Alena, la badante bielorussa di 42 anni, accoltellata e data alle fiamme dal suo ex, a Taranto. Alena sorride quando vede due sue amiche connazionali che sono andate a trovarla nel reparto grandi ustioni dell'ospedale Perrino di Brindisi, dove è ricoverata dal 20 febbraio scorso, da quando ha rischiato seriamente di morire.
“Sono felice di essere viva”, racconta emozionata alla Gazzetta del Mezzogiorno, chiacchierando attraverso il citofono con la cronista dalla quale la separa una grande vetrata, essendo vietato l'accesso nella stanza. Alena, ammettendo che è difficile parlare di quei momenti, ricorda perfettamente e racconta con la voce rotta dal pianto il dramma vissuto quando il suo ex compagno, quella maledetta mattina del 20 febbraio scorso, fece irruzione in casa dell'anziana donna nella quale prestava servizio, in via Diego Peluso, aggredendola.
“Aspettavo la mia amica Marina per un caffè – dice in perfetto italiano – e, quando sentii il campanello della porta, aprii non immaginando che fosse lui, Cosimo. Tirò fuori dal giubbotto un coltello e infierì su di me. Poi mi versò addosso due litri di benzina contenuti in una bottiglia e appiccò il fuoco con un accendino”. Cosimo Ottaiano, 51 anni, incensurato, è finito in carcere per tentato omicidio premeditato e stalking. Alena spiega che ebbe la forza, nonostante le ferite e le fiamme, di togliersi il maglione e di correre sul balcone per chiedere aiuto. E' stato allora che è arrivata la sua amica Marina la quale ha tentato di salvarla, scagliandosi contro l'aggressore. Il suo gesto altruista le è costato una coltellata al braccio. Per lei fortunatamente una ferita di lieve entità.
E alla domanda “Cosa ti ha dato questa forza?”, Alena risponde:”La voglia di restare viva”.
Neppure lei sa spiegare cosa le piacque di quell'uomo incontrato casualmente. “La dolcezza, forse”, sussurra. Lei – lontana dalla sua terra e dai suoi due figli di 27 e 22 anni – aveva bisogno di attenzioni. Tuttavia si era subito resa conto che le loro culture erano troppo distanti e che quella relazione andava troncata. L'uomo non si era rassegnato. C'era stata, nei giorni precedenti qualche avvisaglia, ma Alena – così come ammette – non ci aveva dato peso e mai avrebbe immaginato che lui sarebbe arrivato a tanto.

Questa donna – nonostante non voglia ancora guardarsi allo specchio perchè il suo volto, come gran parte del corpo, è deturpato – non ha perso la sua positività.

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Intervistavo Alena qualche settimana fa. Sono andata a trovarla in ospedale a Brindisi e vi dico la verità. Non "speravo" tanto in questa chiacchierata perchè pensavo di trovare una donna dimessa, "malandata", reticente, "brutta"  e invece no. No. Ho trovato una donna completamente diversa da come me l'ero immaginata.

E' in quel letto d'ospedale e nessuno può avvicinarla se non il personale medico. Il suo avvocato e le sue amiche possono parlarle solo attraverso un citofono. Da lei li separa una grande vetrata.
Alena ha forza e coraggio da vendere. Ha dei grandi occhi azzurri, pieni di vita, vispi. Trasmette una grande positività ed energia. E' bella e solare. Mi ha commosso Alena perchè la sua vita non è stata e non è facile. E' andata via dal suo Paese perchè non c'era lavoro. In Italia fa la badante per qualche centinaio di euro al mese. Gran parte del suo stipendio è destinato ai suoi figli e alla sua mamma che sono lontani da lei. In Italia ha incontrato anche l'amore..si può chiamare amore??? No sicuramente no. Aveva incontrato quell'uomo che le aveva donato dolcezza e attenzioni e lei aveva ceduto. Poi qualche atteggiamento che non tanto le era piaciuto e ha deciso di troncare quella relazione cominciata, forse, solo per solitudine, per riempire dei vuoti, per sentirsi meno sola in un paese straniero che agli stranieri non offre tanto. "Le stai simpatica", mi dice la sua amica. Le sto simpatica - si è evidente - perchè mi sorride sempre, con quel sorriso sincero che poche volte sono abituata a vedere sulle labbra di chi incontro ogni giorno. E poi parla, parla, parla. Mi racconta la sua vita, della sua mamma che non vuole che parli tanto perchè si stanca, dei suoi figli che non vede da troppo tempo, del suo lavoro come badante e di quei drammatici momenti in cui "ho pensato di morire". Neppure le coltellate e le fiamme l'hanno messa ko. Ce l'ha messa tutta per salvarsi. Ha lottato, ha urlato, ha chiamato aiuto e ce l'ha fatta. Alena ha il viso e il corpo sfigurati dalle fiamme. Quando sono andata a trovarla non si era ancora guardata allo specchio. Quello no, non vuole farlo. Eppure, ha detto, sarebbe arrivata anche a quel passo prima o poi. E forse, nel frattempo, lo ha già fatto. Come si può sentire una donna che guardandosi allo specchio, vede un volto diverso. Un volto lacerato e i capelli alla soldato Jane che un tempo erano tanti e lunghi? Tante donne dovrebbero prendere esempio da lei. La sua fierezza, il suo orgoglio, la sua luce. E' pacata, serena, non traspaiono cattiveria, amarezza, delusione, rabbia, ed è tanto dolce. Una dolcezza che neppure il rischio di morire e i dolori riservatigli dalla vita le hanno tolto. L'uomo che voleva ucciderla le è indifferente. Lei vuole solo tornare alla normalità, vuole uscire dall'ospedale, vuole curarsi e resterà in Italia. Alena, da quel letto d'ospedale, lancia il suo messaggio: "Donne abbiate più fiducia in voi stesse". Alena è bellissima, di quella bellezza che non passerà mai, che nessuna ferita e bruciatura sul viso cancelleranno perchè la sua bellezza viene da dentro.

~  Alena può essere ciascuna di noi. E io oggi la ringrazio per quel che mi ha trasmesso. ~





















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