Italia-Albania così vicine e così lontane..
Parte 1



Il viaggio sulla nave che dalla Puglia porta in Albania ha tutto il sapore del tipico viaggio della speranza. Sensazioni che non possono essere descritte a parole se non vissute. Quel viaggio ti dà già la percezione di ciò che può essere il Paese delle Aquile. Un Paese povero e senza regole che tuttavia, ha un fascino tutto suo. Nei prossimi post vi spiegherò il perché.



 Bari La mezzanotte è trascorsa ormai da un qualche minuto quando la nave Michela fa il suo ingresso nel porto di Durazzo. Oltre sette ore di navigazione – partenza dal porto di Bari – poi le operazioni di sbarco e infine il varco doganale. Un lungo ed estenunate viaggio dalla Puglia all’Albania. Tanto vicine, ma ancora cosi lontane. Il viaggio in nave non è poi cosi confortevole come pensavo. Anzi. Quella di ieri è stata una odissea cominciata a mezzogiorno e conclusasi nella nottata. La nave della compagnia Adria ha preso il largo alle 17, con quattro ore di ritardo rispetto all’orario di partenza programmato (ore 13). Una nave piena di turisti e di albanesi, quelli che dall’Italia partono alla volta della loro terra di origine per andare a trovare i loro cari. 

 Il viaggio “I ritardi sono sistematici – mi raccontano alcuni albanesi durante la snervante attesa – ma sono al massimo di due ore e non di quattro come oggi”. La settimana è cruciale, considerato il periodo di ferie, ma sicuramente non giustifica quanto vissuto in questa calda domenica di San Lorenzo. Il caldo è asfissiante. L’impressione è quella di un vero e proprio “carro bestiame”. Ci sono tanti turisti, italiani e stranieri, tanti albanesi. Tante famiglie e tanti bambini. C’è chi dorme e c’è chi bivacca, sul ponte, sulle poltrone, chi addirittura per terra con tanto di coperta a fare da materasso. Non fa alcuna differenza.



























Si legge, si gioca a carte, si chiacchiera. Qualcuno ha chiesto un posto letto in una cabina da due per riposare, costo 23 euro. Se ti va male ti ritroverai a dividerlo con un estraneo. Non sono diversi i costi al bar: 1.2 il caffè in bicchiere di plastica o la bottiglietta di acqua, un gelato tre euro. “Una rapina senza cappuccio”, esclama ironico qualcuno provocando l’occhiataccia di un componente del personale di bordo. Ecco appunto.

Il personale di bordo le cui migliori caratteristiche non sono sicuramente la cordialità e la gentilezza, fatti salvi un paio di casi.  Nessun dialogo, nessuna comunicazione. Neppure un sorriso. Conviene non avere alcun tipo di problema a bordo perché è certo che il personale (un misto di italiani, albanesi e filippini) non lo risolverà, anzi. La risoluzione del problema del cliente sembra non essere contemplata tra i loro servizi. E, quando ogni tipo di comunicazione viene interrotta, difficile persino trovare qualcuno che ti risponda garbatamente che a bordo esiste una linea wi-fi. O meglio che non esista. Così hanno risposto in due a chi aveva bisogno di una connessione per lavorare e non certo per navigare solo per passare il tempo.


Peccato che ci fossero bene due linee protette. Sarebbe bastata una password e nell’era della comunicazione via internet non era una richiesta assurda, come il personale di bordo ha fatto credere, con le sue risposte secche di “No, non c’è wi-fi”. La tensione sale quando alle operazioni di sbarco c’è l’ennesimo ritardo, quello ad aprire il portellone. Si è già creata una lunga fila negli stretti corridoi della nave senza aria condizionata che fa salire anche la temperatura. Il caldo è soffocante. Ci sono bambini stanchi che non resistono.






Una bimba di pochi anni ha sulle spalle una giornata difficile cominciata molto presto e che all’una di notte ancora non finisce. È arrivata a Bari da Torino insieme alla sua famiglia alle 7.30, ieri mattina. Prima la lunga fila per il check in, poi per l’imbarco e ancora l’attesa a bordo fino allo sbarco nel cuore della notte.


Il viaggio è finito. Durazzo ci accoglie nel silenzio. Nell’era dei social e dell’interattività, non è possibile dover ancora scrivere di “viaggi della speranza” e del turismo che non c’è.



 Le ragioni del ritardo  - Dal 1 luglio, le navi di tutte le compagnie che effettuano la linea Bari-Durazzo (Adria Ferries e Ventouris), che dovrebbero partire alle 13.00 e alle 23.00, pare stiano partendo con un ritardo via via crescente (da 1 ora dei primi di luglio alle 4/5 ore dai primi di agosto ad oggi). Sembra che ciò sia dovuto ad una notevolissima lentezza dei controlli di Polizia ai varchi della Stazione Marittima San Vito.

L’Autorità Portuale è l’Ente che, in base alla Legge 84/94, dovrebbe garantire il corretto funzionamento di tutte le attività ed i servizi di supporto ai passeggeri e alle utenze portuali. Di recente, è entrata in vigore una normativa europea in base alla quale, in caso di considerevole ritardo in partenza delle navi, i passeggeri possono chiedere il rimborso del biglietto agli armatori e questi ultimi (essendo incolpevoli) possono rivalersi sull’Autorità Portuale che, come detto, è unica responsabile del corretto funzionamento del porto.

A quanto ci risulta, sembra che questo stia già avvenendo. In un periodo di picco del traffico nel Porto di Bari, a causa dei ritardi in partenza delle navi, già qualche decina di passeggeri pare abbia chiesto il rimborso del biglietto alle compagnie, che dovrebbero poi rivalersi sull’Autorità Portuale.






















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