"Cara mamma...ti voglio bene"...tutto l'amore del mondo in un abbraccio

Siaka l'ho conosciuto, casualmente, proprio nel giorno in cui di lì a poco avrei dovuto intervistare il papà Kassoum. Era insieme alla famiglia che si prende cura di lui da più di un mese. Gli ho voluto subito bene, non so perché. La sua storia e del suo papà è devastante, ma nonostante ciò, loro emanano una energia positiva che dovrebbe insegnare molto a tutti noi..




“Cara mamma, sono sicuro che non servono regali, lettere o poesie per esprimere il bene che ti voglio. Con un semplice abbraccio riuscirò a farti capire il bene che ti voglio! Tuo famoso figlio”. Questa è la lettera di immensa gratitudine e di sincero affetto che Siaka ha scritto alla sua “mamma” italiana. Siaka Junior Konè ha dieci anni, è arrivato dalla Costa D'Avorio a marzo e ha avuto la grande fortuna di essere accolto da una famiglia tarantina. Rosaria è la mamma che adesso si sta prendendo cura di lui insieme al marito Giovanni e al figlio Aldo. Una famiglia normale, come tante che ha tanto amore da donare e che ha deciso di regalare senza se e senza ma a Siaka. Si, perchè non e' necessario essere ricchi per questi gesti di solidarietà. L'importante è avere il cuore e la generosità. Lui, Siaka, ha riabbracciato il suo papà Kassoum dopo tre anni di lontananza, da quando l'uomo è arrivato in Italia da clandestino, tra mille peripezie. Oggi è un rifugiato politico, vive a Taranto nella struttura della Caritas grazie alla quale lavora anche e proprio perchè non può seguire h24 Siaka, il bambino spesso sta con questa famiglia che non ci ha pensato due volte a prenderlo con sé.

Ride Rosaria quando legge quel biglietto con tanto di disegno floreale che le ha donato Siaka in occasione della festa della mamma. Ride perchè quella firma “Tuo famoso figlio” ha un significato preciso. Lei gli ha raccontato che ora la sua storia la conoscono tutti e quindi sta acquisendo la sua notorietà. Lui, però, non vuole essere famoso. Siaka è timido, ma è sveglio e ha gli occhi vispi e si è visto strappare la sua mamma in modo improvviso, brutale e terribile. Lui stesso ha sul volto due piccole cicatrici provocate chissà come. Frequenta la quinta elementare all'istituto Dante Alighieri e in un mese ha fatto enormi passi in avanti, dice la maestra di italiano. Quando è arrivato in Italia parlava poco e quando lo faceva si esprimeva in francese, quando non conosce la parole sa farsi capire molto bene a gesti.  Gli piacciono gli spaghetti e ha una grande passione per il tonno che mangia a colazione con i toast. La vita di Siaka e di suo papà Kassoum, 37 anni e due lauree, non è stata facile. La loro vita è segnata da profondi e incancellabili dolori, da tragedie che li hanno provati psicologicamente. Loro hanno vissuto appieno la guerra civile che ha devastato la Costa D'Avorio. La moglie e la figlia primogenita di 12 anni di Kassoum sono state picchiate e uccise brutalmente. Lui, che pure ha subito violenze, ha visto morire, senza poter fare niente la donna della sua vita, ma ha perso anche altri familiari. Poi la decisione di fuggire e raggiungere l'Italia lasciando, a malincuore, il figlio che ha vissuto insieme alla nonna fino a quando si è ammalata. Kassoum è un 1,90 metri di bontà. E' buono, gentile, socievole, ironico e quando gli si dice “Tuo figlio è bellissimo”, lui scherzando risponde “No, sono più bello io”. Si, è bello Kassoum. Bello perchè le sofferenze atroci non lo hanno incattivito. Anzi.  “Chiedo solo che mio figlio cresca sereno ed educato”.

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Questa è una di quelle storie che rinfrancano lo spirito e riconciliano con un mondo troppo spesso indifferente. L'accoglienza, questa volta, passa con un grande esempio di amore e di solidarietà da una Taranto che fa sempre più a botte con sé stessa e con le sue mille contraddizioni.

























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